mercoledì 8 luglio 2009

Che faccio, mi chiudo a riccio?

Ovviamente no. Però quando ho ricevuto il mio primo messaggio offensivo (che emozione!) sono stato seriamente tentato di moderare preventivamente tutti i commenti in arrivo su questo blog. Poi però ho pensato che non avrei fatto altro che stare al gioco di chi mi vuole fare incazzare. E così - per ora - continuo a lasciare la pubblicazione dei commenti istantanea e aperta a chiunque. Mi limiterò semplicemente a cancellare le offese gratuite.


Un consiglio: se avete qualcosa da ridire su quello che scrivo ben vengano le critiche. Gli insulti però teneteveli per voi che tanto li cancello o se proprio avete qualcosa di brutto da dirmi abbiate almeno il buon gusto di farlo a viso aperto e non coperti dall'anonimato che offre internet.

P.S.
beccatevi sta foto di un corridore Cervélo in transito a Roquebrune al prologo del tour 2009. Avrà anche il cambio, ma sticazzi che biga paurosa! con le Zipp poi...
http://www.cervelo.com/bikes.aspx?bike=P42009

martedì 7 luglio 2009

Bike sharing a Torino - analisi statica

Dallo scorso autunno a Torino nella circoscrizione 2 sono timidamente comparse alcune biciclette destinate ad un servizio di bike sharing. Molti parlano di questa modalità di trasporto come se fosse ciò che riuscirà a sollevare le nostre città dal peso dei disagi causati dall'arretratezza mentale (oltre che dall'obesità) di chi non si decide ad alzare il proprio culo (flaccido) dal sedile di un'automobile optando per metodi di trasporto più sostenibili. Io penso che come tutte le cose anche il bike sharing abbia i suoi pro e i suoi contro, ma che tutto sommato sia un sistema con delle grosse potenzialità per migliorare la qualità della vita. Tuttavia in questo post mi limiterò a dare un mio personalissimo giudizio sul montaggio di queste bici e trarrò le mie conclusioni.

A scanso di equivoci parto con ciò che mi è piaciuto e le critiche le lascio per ultime.

  • Impianto frenante - 2 bei v-brake con leve e pinze in alluminio.
  • Trasmissione - Single speed con un bel copricatena per non sporcarsi e pedali con inserti in gomma antiscivolo. Sistema semplice, efficace e che ha bisogno di pochissima manutenzione.
  • Capiente cestino portaoggetti anteriore.
  • Telaio con disegno senza tubo orizzontale che facilità la salita in sella.
  • Parafanghi generosi che riparano anche dagli schizzi più fastidiosi.

E ora le dolenti note. Ancora più dolenti poiché alcuni difetti sono presenti negli stessi punti di cui ho appena tessuto le lodi.

  • Da nessuna parte sta scritto che il freno anteriore debba essere comandato dalla leva sinistra e il posteriore dalla destra, ma di norma è così su tutte le bici, quindi che senso ha che su queste bici da condividere si sia scelto di invertire le leve? Sta cosa sembra un particolare da poco, ma per esempio sul bagnato se uno si scorda che la frenata è invertita rischia di finire a terra senza troppe indecisioni.
  • La corona anteriore misura 42 denti e la ruota libera ben 22 e il tutto muove una ruota da 26". Ci troviamo di fronte ad uno sviluppo metrico degno di una mountain bike single speed adatta ad affrontare salite su sterrato, ma non certo il territorio asfaltato e quasi completamente pianeggiante di Torino. Proprio non capisco che senso abbia montare un rapportino così corto.
  • La sella è attaccata al telaio con un bel quick release che però è bloccato in posizion media... quindi le persone alte o quelle molto basse avranno serie difficoltà a pedalare su un affare del genere. Capisco che una sella bloccata col solo quick release sia facile preda per ladri e vandali, ma sarebbe stato più pratico trovare qualche sistema alternativo per permettere la regolazione impedendo comunque il furto.
  • La forcella ammortizzata in città non serve a niente, soprattutto se di bassa qualità: pesa e basta. Molto meglio delle ruote raggiate con un alto numero di incroci.
  • Chi ha avuto l'idea di lasciare queste bici esposte alle intemperie è stato veramente un genio: le parti non verniciate si sono ovviamente arrugginite. La trasmissione è la prima a soffrirne, ma probabilmente anche serie sterzo e cablaggi subiranno la stessa inevitabile ossidazione.
  • Il servizio è attivo dalle 6 del mattino fino a mezzanotte... Ma perché? Che senso ha che se uno vuole uscire a bersi una birra con la bici sia costretto a fare orari da cenerentola?

Mi spiace essere così brusco nei giudizi, ma un sistema di bike sharing come questo fa proprio schifo e non mi stupirei se nessuno ne usufruisse. Le bici sono approssimative e lasciate per strada a marcire. Non è così che si incentiva la mobilità ciclabile. Penso che chi ha avuto la brillante idea di gestire questo servizio in modo così scadente siano le stesse persone che progettano le piste ciclabili torinesi che sembrano fatte apposta per farsi male. Ma sicuramente i responsabili di questi scempi non hanno la minima idea di cosa voglia dire girare in bici in città, probabilmente perché l'ultima volta che hanno vista una bici è stato in terza elementare.

Se riesco mi piacerebbe provare a fare un giro su uno di questi mezzi per testare il servizio non solo dal punto di vista statico.