giovedì 24 dicembre 2009

Fissa e freni.


Le bici a scatto fisso (dette anche fisse) sono biciclette dove non è presente il meccanismo della ruota libera e quindi possono essere controllate sia in accelarazione che in decelerazione con la sola forza delle gambe. Questa caratteristica fa sì che sia possibile non montare nessun freno mantenendo la possibilità di fermarsi. Tutto molto semplice, efficiente, diretto, zen ed esteticamente pulito. Se ci si vuole fermare si da un leggero colpetto in avanti col bacino, si spinge sul pedale che sta dietro e si tira col pedale avanti, grazie alla tenuta su un cinghietto legato tra pedale e puntapiedi. Con questa manovra si riesce a trasmettere alla ruota posteriore una coppia sufficiente persino a bloccarla su asfalto asciutto, quindi un'efficacia del tutto paragonabile a quella di un buon freno tradizionale se chi la effettua sa li fatto suo.
Considerando quindi che in città il miglior modo - o forse l'unico modo - per evitare di farsi male è saper prevenire le situazioni di pericolo piuttosto che disporre di un impianto frenante in grado di garantire staccate da formula 1, si potrebbe affermare senza troppe preoccupazioni che una bici fissa senza freni sia adatta per muoversi in ambiente urbano.
Ci sono però 2 elementi che mi fanno sconsigliare caldamente a chiunque di girare brakeless: uno di carattere tecnico e l'altro legale.
L'aspetto tecnico è molto semplice: un buon impianto frenante deve essere sdoppiato affinché se una parte smette di funzionare si può ancora contare su un'altra parte sana per arrestare la nostra (folle) corsa. Ma se l'impianto frenante è costituito dalla sola trasmissione come pensiamo di fermarci se per esempio, si smaglia la catena, si strappa un cinghietto o si sfiletta il mozzo? Be', io non vorrei mai trovarmi in una di queste situazioni senza un freno d'emergenza su cui contare. Non voglio inventarmi improbabili manovre acrobatiche per salvarmi la vita quando devo già fare attenzione a non infilare la ruota nei binari del tram o alle madame rimbecillite che escono dai parcheggi con delle auto rubate alla guerra in Iraq senza guardare se sta passando qualcuno.
L'aspetto legale è altrettanto semplice: il codice della strada recita che le biciclette devono essere equipaggiate di un freno indipendente per ogni asse. È quindi chiaro che se già le fisse con un solo freno sono al limite della legalità, quelle brakeless sono fuori di brutto. E la cosa è grave non tanto per il rischio di prendersi una multa ma perché in caso di incidente, anche con piena ragione, la controparte potrebbe obiettare che lo schianto è avvenuto a causa della mancanza dei freni sulla bicicletta coinvolta e con ogni probabilità il ciclista fisso si troverà con la bici a pezzi, qualche livido (se va bene) e nemmeno un euro di risarcimento. Insomma cornuto e mazziato. Ne vale la pena?

C'è ancora il fattore peso. Un impianto composto di leva, cavo, guaina, eventuale viteria, pinza e pattini come il vecchio u-brake da strada che c'è in foto supera di poco i 300 grammi, cioè un valore ampiamente sostenibile se consideriamo che permette di fermarsi con la semplice pressione di 2 dita e di evitare fastidiose rogne in caso di crash.

P.S.
Questi sono solo consigli dettati dalla mia esperienza di ciclista urbano che ha voluto provare anche il brakeless, ma si è trovato a fidarsi ad usarlo solo per uscire la sera o la domenica quando il traffico è meno impestato con l'ovvia conseguenza di fare dietro front. L'unica situazione in cui tutto sommato si può fare a meno del freno è quando c'è neve sulle strade, ma ne parlerò in un altro post.