giovedì 19 aprile 2012

Lucchetti e amplificatori.

Quando una decina di anni fa iniziai a suonare la chitarra elettrica, giunto il momento di comprare il primo strumento, gente più esperta di me mi diede un consiglio fondamentale sull'acquisto dell'amplificatore: evitare assolutamente i prodotti di gamma media. Se quello che cerchiamo è un prezzo contenuto, delle dimensioni accettabili e una buona portabilità bisogna orientarsi su un apparecchio di bassa gamma che sicuramente non sarà in grado di sostenere un live su un palco degno di questo nome, ma sarà un ottimo amplificatore per esercitarsi in casa (dove i watt servono solo a litigare coi vicini), per portarselo dietro quando si va a cazzeggiare a casa di amici, per infilarlo comodamente nel bagagliaio dell'auto durante i viaggi o sotto il letto se c'è da fare ordine in camera, etc... Per intenderci un transistor con cono da 8" intorno ai 10 / 15 watt potrebbe essere un ottimo candidato per queste necessità. Se invece abbiamo bisogno di un'ottima resa sonora per bucare il mix dal vivo e registrare delle performance valide in studio non ci sono alternative ad aprire il portafogli e prepararsi a rompersi la schiena  per trasportare il nostro ampli quando c'è da muoversi con la band. E qui si parte da un combo con cono da 12" con pre e finale a valvole intorno ai 30 watt. A volerci spendere tanto anche un bel testa e cassa anche se si rischia di esagerare, ma questo è un altro discorso. I prodotti di gamma media invece hanno la spiacevole caratteristica di ereditare i difetti sia delgi entry level che degli high end, ma senza i vantaggi di nessuno: saranno più cari, pesanti e ingombranti di un ampli quasi giocattolo, ma allo stesso tempo non saranno abbastanza efficaci come un prodotto di alta gamma nelle situazioni dove è richiesta una buona qualità sonora e tanto volume.
Bene, con i lucchetti da bici le cose sono proprio identiche. Se abbiamo bisogno di un lucchettino piccolo, economico, da infilare in fondo allo zaino e leggero abbastanza che non ci penalizzi in salita andrà benissimo un modello a cavetto d'acciaio intrecciato o una micro catenella. Usare un simile sistema di chiusura in una grande città equivale a furto certo, ma per legare la mtb fuori dal rifugio in alta montagna o la fissa nel vagone biciclette del treno nelle trasferte per le alleycat sarà sufficiente. Quando invece l'obiettivo è ritrovare la bici dopo averla legata in zone ad alta criminalità le chiacchiere stanno a zero: serve una bella catenzazza o un buon u-lock spesso almeno 10 mm (ma meglio se sono 12), resistente ad attacchi a leva e con una serratura che non si apra col lock picking o con le bump key. Sarà sicuramente scomodo portarsi dietro un arnese del genere (sebbene io ormai il mio fido on-guard bulldog mini non lo senta quasi più quando ce l'ho infilato nella cintura) ma potremo goderci la mobilità cittadina a pedali senza spiacevoli sorprese. Ed esattamente come per gli amplificatori da chitarra, tutti i prodotti di gamma media oltre a essere scomodi da trasportare verranno tutti indistintamente aperti dal ladro di turno. Poco importa se la treccia di cavo d'acciaio è spessa 5, 10 o 15 mm: con un paio di colpi di tagliabulloni lo scassinamento sarà andato a buon fine. Idem per le catene: sotto i 10 millimetri non c'è sicurezza.
La gamma media in questi ambiti ha il solo tristissimo scopo di riempire una fascia di prezzo che rischierebbe di rimanere vuota e far guadagnare più soldi alle case produttrici.