mercoledì 18 febbraio 2009

Mountain bike e fango


Sebbene la temperatura dia pochissimi segni di rialzo in base al calendario l'inverno sta finendo. Le abbondanti nevicate hanno però lasciato un segno tangibile della loro presenza su strade sterrate e single track: fango, tanto fango. Mai come quest'anno mi sono trovato a sguazzare nella melma e talvolta pure nella neve con la mia mountain bike, ma mai come quest'anno sono stato così a mio agio. Ciò è dovuto ad alcuni fattori.
  1. Single speed - Prima ho sempre avuto biciclette dotate di trasmissione convenzionale con la classica tripla all'anteriore e cassetta da 9 velocità al posteriore con i relativi deragliatori. La trasmissione che c'è sulla stragrande maggioranza delle mtb è derivata direttamente dai modelli da strada e garantisce un'ottima efficienza a discapito di un comportamento non molto adatto al fuoristrada "sporco" che si fa d'inverno. Il cambio smette di cambiare, sgrana e diventa tutto più frenato. In single speed tutto ciò semplicemente non esiste e si continua a pedalare in scioltezza anche nei pantani più terribili.
  2. Parafanghi - Quando il suolo è sporco o bagnato è indispensabile avere qualcosa che ci protegga dal lerciume che le ruote tirano addosso al ciclista. Soprattutto posteriormente un parafango di plasticaccia da pochi euro acquistabile in qualunque supermercato permette di tenere asciutto il sedere e la borsa sottosella. Anteriormente i problema è meno grave in quanto gran parte del fango schizza sotto al telaio senza dare troppo fastidio. Ho comunque deciso di montare una piccola appendice di plastica sotto il tubo obliquo per dare un po' più di protezione. Il numero di schizzi che arrivano fino in faccia è drasticamente diminuito ma non è completamente azzerato. Sicuramente funziona meglio un modello da attaccare alla forcella per proteggere anche in curva, ma la mia purtroppo non aveva agganci adatti.
  3. Bici rigida - Il fango è un grosso nemico per gli o-ring e gli steli super lisci delle sospensioni e per evitare di logorare inutilmente queste costose parti è consigliabile lavare dopo ogni uscita il proprio mezzo. Purtroppo non sempre si ha un tubo dell'acqua o un autolavaggio a disposizione sotto casa e si rischia di lasciar cementare per bene tutta la pauta caricata durante il giro. Inoltre d'inverno si percorrono per lo più percorsi pianeggianti dove non serve una grande capacità ammortizzante. Meglio una bella forcella rigida che non ha bisogno di manutenzione, è sempre pronta all'uso ed ha anche molto spazio tra ruota e foderi per evitare sfregamenti vari anche montando gomme di sezione generosa.
  4. Freni a disco - Semplicemente il disco è più alto e quindi meglio riparato dalla sporcizia. Attraversare un ruscello non comporta più quell'effetto di frenata a scatti negli istanti successivi al guado che si sperimentava coi vecchi freni a pattino. È anche assente l'effetto "nido di rondine attorno ai pattini del freno": in condizioni estreme la ruota smette completamente di girare e ci si deve costantemente fermare per rimuovere gli ammassi di fango, foglie ed erba. L'unica nota negativa è che la bici che vedete in foto monta ancora pastiglie organiche che in caso di disco bagnato sono molto meno efficaci di quelle semi metalliche... ma prima di cambiarle aspetterei di finirle!