lunedì 13 dicembre 2010
Cambio nome e URL.
Un amico di lingua inglese mi ha recentemente fatto sapere che il vecchio titolo - gear is for losers - non era proprio corretto. Cioè si capiva, ma suonava maccheronico. Quindi ecco il nuovo nome. A presto!
giovedì 2 settembre 2010
Rompere una forcella e continuare a girarci per 2 anni.
Nella primavera 2008 uscendo "un po' veloce" da una rotonda, a causa della bastardissima ghiaietta che ogni tanto si trova per strada, fui costretto a fare un drittone clamoroso finendo contro uno spartitraffico alto una quindicina di centimetri... SBAM! Impatto violento, bici che salta per aria con me sopra e atterraggio miracoloso oltre l'ostacolo con leggera coglionata sul tubo orizzontale. All'apparenza tutto intero, soprattutto il sottoscritto che è la cosa fondamentale. Tutto intero tranne un improvviso gioco alla serie sterzo. Tornato a casa la riserrai e iniziai a convivere con un gioco che periodicamente si ripresentava. Dopo attenti studi smontai tutto e notai che il cannotto interno si era criccato per bene - vedi foto - e pian piano si stava sfilando dalla testa della forcella.
Finalmente, dopo aver girato con un mezzo che rischiava di aprirsi in 2, ho deciso di recarmi dal mio ciclista di fiducia e mi sono preso una nuova forka. E speriamo di non essere costretto a farci dirt jump urbano per un po' di anni.
P.S.
Se la vostra macchina fotografica non ha la modalità macro, ma avete in casa un parente presbite, potete prendere in prestito i suoi occhiali e mettendo una lente davanti all'obiettivo otterrete lo stesso risultato.
Finalmente, dopo aver girato con un mezzo che rischiava di aprirsi in 2, ho deciso di recarmi dal mio ciclista di fiducia e mi sono preso una nuova forka. E speriamo di non essere costretto a farci dirt jump urbano per un po' di anni.
P.S.
Se la vostra macchina fotografica non ha la modalità macro, ma avete in casa un parente presbite, potete prendere in prestito i suoi occhiali e mettendo una lente davanti all'obiettivo otterrete lo stesso risultato.
giovedì 19 agosto 2010
Mont Ventoux - paradiso delle bici
Sono appena tornato da una breve vacanza sul mont Ventoux e le parole non bastano per descrivere quanto quella fantastica zona della Provenza sia spettacolare per girare in bici da strada.
Ho fatto un favoloso giro ad anello di 90 km per oltre 2000 m di dislivello partendo da Malaucene e procedendo in senso antiorario fino a Bedoin e allungando verso Sault, dove ho iniziato la salita vera e propria.
La cosa spiazzante è che per la quantità di ciclisti sembra di trovarsi nel bel mezzo di una granfondo. E poi ci sono tutti i bar e ristoranti della zona con le rastrelliere per parcheggiare le bighe, le scritte dei tifosi sull'asfalto, il mystral, i 73km/h giù dalla discesa...
Io mi voglio trasferire in Francia, fanculo!
Ho fatto un favoloso giro ad anello di 90 km per oltre 2000 m di dislivello partendo da Malaucene e procedendo in senso antiorario fino a Bedoin e allungando verso Sault, dove ho iniziato la salita vera e propria.
La cosa spiazzante è che per la quantità di ciclisti sembra di trovarsi nel bel mezzo di una granfondo. E poi ci sono tutti i bar e ristoranti della zona con le rastrelliere per parcheggiare le bighe, le scritte dei tifosi sull'asfalto, il mystral, i 73km/h giù dalla discesa...
Io mi voglio trasferire in Francia, fanculo!
lunedì 19 luglio 2010
La differenza tra un gentleman e un vile...
... è che il primo se hai un guasto meccanico ti aspetta e cerca di batterti con le sue forze mentre il secondo ti pugnala nella schiena.
Ullrich ci manchi.
Ullrich ci manchi.
sabato 17 aprile 2010
Bici da pioggia
Girare in bici sotto la pioggia non è un gran divertimento, ma a volte si è obbligati a farlo. Vediamo quindi come dovrebbe essere attrezzata una bici urbana da bagnato per rendere il viaggio più confortevole e sicuro possibile.
La base da cui sono partito è la classica city bike da supermercato che col tempo ha subito sostanziali modifiche in quanto la componentistica presente su una bici da 99 euro fa schifo e prima o poi va sostituita con pezzi di migliore qualità.
Analizziamo ora le parti che reputo essenziali per costruire una buona bici da pioggia. innanzitutto ci sono i parafanghi che devono essere larghi ed avvolgenti come quelli presenti di serie. Ho anche aggiunto all'estremità posteriore di ogni parafango 2 appendici ricavate da una bottiglia di plastica per acchiappare anche gli spruzzi più molesti. Risultato ottimo.
L'impianto frenante originale era costituito da 2 orrendi v-brake con leve e pinze in resina e quando ha iniziato a tirare le cuoia ho montato all'anteriore un cantilever trovato in offerta su un negozio on line e al posteriore un mozzo a contropedale. Quest'ultimo in caso di pioggia, neve o fango è semplicemente fenomenale rispetto a un freno tradizionale che agisce sul cerchio. Frena sempre senza esitazioni e non ha bisogno di manutenzione. L'unico aspetto negativo è la poca modulabilità, ma trattandosi dell'asse posteriore un'inchiodata ogni tanto non è un grosso problema.
La trasmissione è a una sola velocità con raporto 42-20. Decisamente corto, ma considerando la stazza del mezzo e i continui rilanci causati dal traffico degli inscatolati è più che utilizzabile e se c'è una salitella tanto meglio. L'assenza di leve freno o manettini del cambio sulla manopola destra permette di poter tenere il manubrio con una sola mano ed eventualmente impugnare l'ombrello per ripararsi dagli acquazzoni più violenti.
E poi c'è la questione luci che, in caso di pioggia, quando i parabrezza sono sporchi e appannati riveste un ruolo fondamentale. Le lucette a un led che funzionano con una pila da orologio servono poco più che per figura: per farsi vedere serve qualcosa di molto luminoso. Così ho montato all'anteriore 2 faretti sul manubrio da 5 led e al posteriore una luce a 5 led per il portapacchi e una a 3 con un led centrale da mezzo watt sul tubo sella.
Il risultato giudicatelo voi...
Sulla fissa urbana, per quel che riguarda i parafanghi, ho invece optato per una configurazione meno inasiva, facilmente removibile ma che permette ugualmente di non sporcarsi troppo in caso di fondo bagnato. Si tratta di un parafango posteriore da mtb che si fissa al tubo sella in pochi minuti. È chiaro che l'efficacia non è quella di un parafango integrale, ma in casi emergenza fa il suo dovere e tiene il sedere asciutto. Visto l'ingombro e l'utilità ho deciso di tenerlo sempre montato.
La base da cui sono partito è la classica city bike da supermercato che col tempo ha subito sostanziali modifiche in quanto la componentistica presente su una bici da 99 euro fa schifo e prima o poi va sostituita con pezzi di migliore qualità.
Analizziamo ora le parti che reputo essenziali per costruire una buona bici da pioggia. innanzitutto ci sono i parafanghi che devono essere larghi ed avvolgenti come quelli presenti di serie. Ho anche aggiunto all'estremità posteriore di ogni parafango 2 appendici ricavate da una bottiglia di plastica per acchiappare anche gli spruzzi più molesti. Risultato ottimo.
L'impianto frenante originale era costituito da 2 orrendi v-brake con leve e pinze in resina e quando ha iniziato a tirare le cuoia ho montato all'anteriore un cantilever trovato in offerta su un negozio on line e al posteriore un mozzo a contropedale. Quest'ultimo in caso di pioggia, neve o fango è semplicemente fenomenale rispetto a un freno tradizionale che agisce sul cerchio. Frena sempre senza esitazioni e non ha bisogno di manutenzione. L'unico aspetto negativo è la poca modulabilità, ma trattandosi dell'asse posteriore un'inchiodata ogni tanto non è un grosso problema.
La trasmissione è a una sola velocità con raporto 42-20. Decisamente corto, ma considerando la stazza del mezzo e i continui rilanci causati dal traffico degli inscatolati è più che utilizzabile e se c'è una salitella tanto meglio. L'assenza di leve freno o manettini del cambio sulla manopola destra permette di poter tenere il manubrio con una sola mano ed eventualmente impugnare l'ombrello per ripararsi dagli acquazzoni più violenti.
E poi c'è la questione luci che, in caso di pioggia, quando i parabrezza sono sporchi e appannati riveste un ruolo fondamentale. Le lucette a un led che funzionano con una pila da orologio servono poco più che per figura: per farsi vedere serve qualcosa di molto luminoso. Così ho montato all'anteriore 2 faretti sul manubrio da 5 led e al posteriore una luce a 5 led per il portapacchi e una a 3 con un led centrale da mezzo watt sul tubo sella.
Il risultato giudicatelo voi...
Sulla fissa urbana, per quel che riguarda i parafanghi, ho invece optato per una configurazione meno inasiva, facilmente removibile ma che permette ugualmente di non sporcarsi troppo in caso di fondo bagnato. Si tratta di un parafango posteriore da mtb che si fissa al tubo sella in pochi minuti. È chiaro che l'efficacia non è quella di un parafango integrale, ma in casi emergenza fa il suo dovere e tiene il sedere asciutto. Visto l'ingombro e l'utilità ho deciso di tenerlo sempre montato.
lunedì 15 febbraio 2010
Massacro di San Valentino - seconda edizione e secondo classificato
Post modificato: leggere al fondo per i dettagli.
La mia giornata parte con la sveglia a mezzogiorno e piattone di pasta + banana come colazione. La bici era già stata preparata e lubrificata la giornata precedente così ho messo le poche cose che mi servivano nello zaino e sono partito alla volta del parco del Valentino per schierarmi in partenza. Mi mangio una brioches e faccio i dovuti saluti ai presenti. Schieriamo le bici e ci allontaniamo per la consueta partenza alla "Les Mans". Prima del via Lito ci spiega che dovremo affrontare 3 prove durante la gara e la prima sarà farsi una foto con una donna (un uomo per le fanciulle) mentre questa ci dà un bacio. Il mio risultato è qui sopra, ma semplicemente mitico è stato Claudio che ha trovato una signora anziana con tanto di badante che ancora un po' non se lo limonava di prepotenza. Sempre Lito poi aggiunge che i manifest con la lista dei checkpoint si trovavano al semaforo subito sotto al monte dei Cappuccini - quindi subito una salitella a freddo. 1, 2, 3... VIA!
Raggiungiamo le bici e mi metto subito all'inseguimento di Ovidiu tirandomi dietro i più agguerriti. La salita dei Cappuccini fa le prime vittime e mi accorgo subito che Andrea sarebbe stato un bruttissimo cliente in gara. Mi danno il manifest e, nella foga di cercare sulla cartina i checkpoint che non conoscevo, mi dimentico di scriverci sopra il nome, lo metterò all'arrivo... Fatto sta che schizzo via e mi tiro dietro Mattia, un ragazzo di Vicenza molto forte e molto simpatico.
Primo check, via Pietro Micca: facile, timbro e vado portandomi dietro Andrea che si era attaccato ad un altro concorrente, ma con poco successo. D'ora in poi noi 3 non ci staccheremo più o quasi. Il secondo check era in via Castelfidardo angolo Corso Stati Uniti. Io non ricordandomi quale fosse via Castelfidardo mi percorro tutto corso Stati Uniti da Via Sacchi fino alla fine e non trovo sto cazzo di check... WTF? Controllo la mappa e mi rendo conto che dovevo fare ancora qualcosa come 20 metri. Ma merda! Comunque ci facciamo sto check e partiamo a cannone verso via Domodossola al negozio di Cuore da sportivo. Anche qui timbro, un'occhiata alla mappa e si va. Attraversando un incrocio i miei 2 inseguitori mi superano e si ataccano a un gruppetto di torinesi che però sbagliano strada e vanno lunghi ad un checkpoint... è la mia occasione! mi precipito al check e qui mi svelano un'altra prova: devo gonfiare un palloncino e legarlo da qualche parte (zaino, bici, vestiti, caz... no, quello no). Mentre io mi fermo a gonfiare sto dannato palloncino e legarlo con lo spago al tubo sella vengo raggiunto dai miei inseguitori che si infilano il palloncino in tasca e mi seguono. Arriverranno all'arrivo col palloncino sgonfio e slegato. Ora se questo sta bene agli organizzatori sta bene pure a me, anche se rimango dell'idea che se ci sono delle prove bisognerebbe controllare che queste vengano effettivamente portate a termine fino alla fine e non solo per metà. In questo caso probabilmente avrei avuto la possibilità di lasciarmi dietro 2 out of town molto forti che invece mi sono dovuto tenere fino all'arrivo. Comunque il mio eventuale vantaggio sarebbe poi stato vanificato da una mia caduta, fortunatamente fuori dal traffico e a velocità bassa, che mi ha fatto perdere quel poco di vantaggio che avrei accumulato se tutti avessero gonfiato e legato il palloncino. Ma torniamo alla gara. Il prossimo check è al Triciclo in via Arbe: timbro e via verso Via Montevideo. Per raggiungere questo check facciamo un "breve pezzo contromano" in Via Tunisi che poi si rivelerà almeno un kilometro! Oh... non mi ricordavo bene a che altezza fosse la meta. Raggiunto il check timbriamo e approfittiamo di un fioraio dirimpetto al checkpoint per portare a termine la terza prova: reperire un fiore da consegnare all'arrivo. Quindi mi dirigo verso il punto di partenza con i miei 2 compagni d'avventura e ci presentiamo per primi da Aldone e 10cento che ci danno un altro manifest con un solo checkpoint in corso Salvemini. Subito non mi viene in mente dove sia ma mi suggeriscono che era dove avevamo giocato a polo una domenica di primavera. Ok, ce l'ho: andiamo! Corso Dante, Corso Rosselli, Corso Siracusa, Corso Sebastopoli, un pezzetto minimo di Corso Allamano e giriamo a sinistra per il check. A questo punto troviamo uno che per poco non ci apre la portiera della sua macchina in faccia e, mentre io penso che insulto rivolgergli, questo mi mostra il bollino da applicare al manifest. Il prossimo check è in piazza Carrara... e dove cazzo è? zona Corso Casale mi dicono. Ora la strada e tutta bene o male in leggera discesa. Le gambe sembrano girare abbastanza bene (ce ne metto per scaldarmi) e inizio un discreto forcing verso l'arrivo. Passando sotto casa di Aldone ci fermiamo senza esitazione per mettergli il nastro adesivo sul citofono e il super attack nella serratura e ripartiamo - scherzo. La strada verso l'arrivo è facile e c'è poco traffico. Saranno tutti a sciare? boh... Fatto sta che Mattia, il vicentino, rompe un cinghietto e si ritrova un handicap tecnico non indifferente dal momento che girava senza freni. Poi inizia ad accusare anche un po' la sete, quindi ci fermiamo per farlo bere in Corso Fiume angolo Corso Moncalieri e intanto chiediamo info a un tassista sull'ubicazione di Piazza Carrara. Ci dice che è subito dopo il velodromo. A questo punto, vista la proverbiale bastardaggine degli organizzatori di alleycat prende piede nella mia testa l'idea di un arrivo con un giro di velodromo come alla Parigi Roubaix... No, dai vi prego. Sospetto infondato, e meno male! Mentre ci avviciniamo all'arrivo io m rendo conto che tutto sommato ho ancora energie per un'eventuale volata o ancor meglio un'azione da finisseur di quelle che mi piacciono tanto e che per esempio mi hanno già permesso di vincere l'alleycat organizzata da cuore da sportivo lo scorso autunno. Arrivato davanti a Piazza Carrara io ho lo sguardo voltato a destra (verso la piazza) e di colpo mi sento chiamare da sinistra, dentro i giardinetti, sotto al monumento a Fausto Coppi dove c'è l'arrivo. Mentre li vedo mi accorgo che mi trovo troppo avanti e faccio per salire dal secondo scivolo (percorso giallo) mentre Andrea taglia a metà dal marciapiede (credo l'abbia bunny-hoppato, percorso rosso) e per pochi istanti mi soffia la prima posizione. Avessi saputo che l'arrivo era al monumento di Coppi che è dall'altra parte della strada rispetto a Piazza Carrara probabilmente sarei partito prima e avrei preso il primo scivolo (percorso blu).
Detto francamente avrei preferito perdere in volata o perché non ne avevo più piuttosto che per un'incomprensione sul punto esatto dell'arrivo. Comunque il risultato è positivo e i premi sportivamente cedutimi da Andrea, come omaggio per la mia funzione essenziale di navigatore, sono molto molto molto ricchi e per questo lo ringrazio per il bel gesto.
In conclusione devo imparare a ollare che in un'alleycat può tornare utile.
P.S.
Se vogliamo fare scambio di link tra i vari bloggers o forumers mandatemi una mail. Cioè una struria del tipo io linko te e tu linki me. Non mi riferisco a questo post, ma proprio all'indirizzo dei blog.
EDIT
Andrea il palloncino l'aveva gonfiato ma era nascosto nella borsa e i primi a tornare al Valentino sono stati Luca G e Vittorio.
Raggiungiamo le bici e mi metto subito all'inseguimento di Ovidiu tirandomi dietro i più agguerriti. La salita dei Cappuccini fa le prime vittime e mi accorgo subito che Andrea sarebbe stato un bruttissimo cliente in gara. Mi danno il manifest e, nella foga di cercare sulla cartina i checkpoint che non conoscevo, mi dimentico di scriverci sopra il nome, lo metterò all'arrivo... Fatto sta che schizzo via e mi tiro dietro Mattia, un ragazzo di Vicenza molto forte e molto simpatico.
Primo check, via Pietro Micca: facile, timbro e vado portandomi dietro Andrea che si era attaccato ad un altro concorrente, ma con poco successo. D'ora in poi noi 3 non ci staccheremo più o quasi. Il secondo check era in via Castelfidardo angolo Corso Stati Uniti. Io non ricordandomi quale fosse via Castelfidardo mi percorro tutto corso Stati Uniti da Via Sacchi fino alla fine e non trovo sto cazzo di check... WTF? Controllo la mappa e mi rendo conto che dovevo fare ancora qualcosa come 20 metri. Ma merda! Comunque ci facciamo sto check e partiamo a cannone verso via Domodossola al negozio di Cuore da sportivo. Anche qui timbro, un'occhiata alla mappa e si va. Attraversando un incrocio i miei 2 inseguitori mi superano e si ataccano a un gruppetto di torinesi che però sbagliano strada e vanno lunghi ad un checkpoint... è la mia occasione! mi precipito al check e qui mi svelano un'altra prova: devo gonfiare un palloncino e legarlo da qualche parte (zaino, bici, vestiti, caz... no, quello no). Mentre io mi fermo a gonfiare sto dannato palloncino e legarlo con lo spago al tubo sella vengo raggiunto dai miei inseguitori che si infilano il palloncino in tasca e mi seguono. Arriverranno all'arrivo col palloncino sgonfio e slegato. Ora se questo sta bene agli organizzatori sta bene pure a me, anche se rimango dell'idea che se ci sono delle prove bisognerebbe controllare che queste vengano effettivamente portate a termine fino alla fine e non solo per metà. In questo caso probabilmente avrei avuto la possibilità di lasciarmi dietro 2 out of town molto forti che invece mi sono dovuto tenere fino all'arrivo. Comunque il mio eventuale vantaggio sarebbe poi stato vanificato da una mia caduta, fortunatamente fuori dal traffico e a velocità bassa, che mi ha fatto perdere quel poco di vantaggio che avrei accumulato se tutti avessero gonfiato e legato il palloncino. Ma torniamo alla gara. Il prossimo check è al Triciclo in via Arbe: timbro e via verso Via Montevideo. Per raggiungere questo check facciamo un "breve pezzo contromano" in Via Tunisi che poi si rivelerà almeno un kilometro! Oh... non mi ricordavo bene a che altezza fosse la meta. Raggiunto il check timbriamo e approfittiamo di un fioraio dirimpetto al checkpoint per portare a termine la terza prova: reperire un fiore da consegnare all'arrivo. Quindi mi dirigo verso il punto di partenza con i miei 2 compagni d'avventura e ci presentiamo per primi da Aldone e 10cento che ci danno un altro manifest con un solo checkpoint in corso Salvemini. Subito non mi viene in mente dove sia ma mi suggeriscono che era dove avevamo giocato a polo una domenica di primavera. Ok, ce l'ho: andiamo! Corso Dante, Corso Rosselli, Corso Siracusa, Corso Sebastopoli, un pezzetto minimo di Corso Allamano e giriamo a sinistra per il check. A questo punto troviamo uno che per poco non ci apre la portiera della sua macchina in faccia e, mentre io penso che insulto rivolgergli, questo mi mostra il bollino da applicare al manifest. Il prossimo check è in piazza Carrara... e dove cazzo è? zona Corso Casale mi dicono. Ora la strada e tutta bene o male in leggera discesa. Le gambe sembrano girare abbastanza bene (ce ne metto per scaldarmi) e inizio un discreto forcing verso l'arrivo. Passando sotto casa di Aldone ci fermiamo senza esitazione per mettergli il nastro adesivo sul citofono e il super attack nella serratura e ripartiamo - scherzo. La strada verso l'arrivo è facile e c'è poco traffico. Saranno tutti a sciare? boh... Fatto sta che Mattia, il vicentino, rompe un cinghietto e si ritrova un handicap tecnico non indifferente dal momento che girava senza freni. Poi inizia ad accusare anche un po' la sete, quindi ci fermiamo per farlo bere in Corso Fiume angolo Corso Moncalieri e intanto chiediamo info a un tassista sull'ubicazione di Piazza Carrara. Ci dice che è subito dopo il velodromo. A questo punto, vista la proverbiale bastardaggine degli organizzatori di alleycat prende piede nella mia testa l'idea di un arrivo con un giro di velodromo come alla Parigi Roubaix... No, dai vi prego. Sospetto infondato, e meno male! Mentre ci avviciniamo all'arrivo io m rendo conto che tutto sommato ho ancora energie per un'eventuale volata o ancor meglio un'azione da finisseur di quelle che mi piacciono tanto e che per esempio mi hanno già permesso di vincere l'alleycat organizzata da cuore da sportivo lo scorso autunno. Arrivato davanti a Piazza Carrara io ho lo sguardo voltato a destra (verso la piazza) e di colpo mi sento chiamare da sinistra, dentro i giardinetti, sotto al monumento a Fausto Coppi dove c'è l'arrivo. Mentre li vedo mi accorgo che mi trovo troppo avanti e faccio per salire dal secondo scivolo (percorso giallo) mentre Andrea taglia a metà dal marciapiede (credo l'abbia bunny-hoppato, percorso rosso) e per pochi istanti mi soffia la prima posizione. Avessi saputo che l'arrivo era al monumento di Coppi che è dall'altra parte della strada rispetto a Piazza Carrara probabilmente sarei partito prima e avrei preso il primo scivolo (percorso blu).
Detto francamente avrei preferito perdere in volata o perché non ne avevo più piuttosto che per un'incomprensione sul punto esatto dell'arrivo. Comunque il risultato è positivo e i premi sportivamente cedutimi da Andrea, come omaggio per la mia funzione essenziale di navigatore, sono molto molto molto ricchi e per questo lo ringrazio per il bel gesto.
In conclusione devo imparare a ollare che in un'alleycat può tornare utile.
P.S.
Se vogliamo fare scambio di link tra i vari bloggers o forumers mandatemi una mail. Cioè una struria del tipo io linko te e tu linki me. Non mi riferisco a questo post, ma proprio all'indirizzo dei blog.
EDIT
Andrea il palloncino l'aveva gonfiato ma era nascosto nella borsa e i primi a tornare al Valentino sono stati Luca G e Vittorio.
mercoledì 3 febbraio 2010
Bighe rubbbate
Mi limito a girare le notizie coi link opportuni. Se qualcuno le vede in giro lo segnali ai legittimi proprietari... ci credo poco, ma non si sa mai.
http://www.fixedforum.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=4257
http://www.ciclistica.it/post/2010/01/31/rubata-bici
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=153017
http://www.fixedforum.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=4257
http://www.ciclistica.it/post/2010/01/31/rubata-bici
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=153017
- maledetti figli di puttana -
lunedì 1 febbraio 2010
Alleycat torinese + polo
venerdì 22 gennaio 2010
Il generale Inverno
Il termometro sul balcone di casa mia oggi segna -5, ma ciò non deve scoraggiare dall'inforcare la bici. Ci sono 2 accessori di cui però non posso assolutamente fare a meno per affrontare queste condizioni climatiche estreme: passamontagna in windstopper e guanti da sci.
Faccio un po' la figura del black block ma mani e vie respiratorie ringraziano.
Faccio un po' la figura del black block ma mani e vie respiratorie ringraziano.
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