martedì 7 luglio 2009

Bike sharing a Torino - analisi statica

Dallo scorso autunno a Torino nella circoscrizione 2 sono timidamente comparse alcune biciclette destinate ad un servizio di bike sharing. Molti parlano di questa modalità di trasporto come se fosse ciò che riuscirà a sollevare le nostre città dal peso dei disagi causati dall'arretratezza mentale (oltre che dall'obesità) di chi non si decide ad alzare il proprio culo (flaccido) dal sedile di un'automobile optando per metodi di trasporto più sostenibili. Io penso che come tutte le cose anche il bike sharing abbia i suoi pro e i suoi contro, ma che tutto sommato sia un sistema con delle grosse potenzialità per migliorare la qualità della vita. Tuttavia in questo post mi limiterò a dare un mio personalissimo giudizio sul montaggio di queste bici e trarrò le mie conclusioni.

A scanso di equivoci parto con ciò che mi è piaciuto e le critiche le lascio per ultime.

  • Impianto frenante - 2 bei v-brake con leve e pinze in alluminio.
  • Trasmissione - Single speed con un bel copricatena per non sporcarsi e pedali con inserti in gomma antiscivolo. Sistema semplice, efficace e che ha bisogno di pochissima manutenzione.
  • Capiente cestino portaoggetti anteriore.
  • Telaio con disegno senza tubo orizzontale che facilità la salita in sella.
  • Parafanghi generosi che riparano anche dagli schizzi più fastidiosi.

E ora le dolenti note. Ancora più dolenti poiché alcuni difetti sono presenti negli stessi punti di cui ho appena tessuto le lodi.

  • Da nessuna parte sta scritto che il freno anteriore debba essere comandato dalla leva sinistra e il posteriore dalla destra, ma di norma è così su tutte le bici, quindi che senso ha che su queste bici da condividere si sia scelto di invertire le leve? Sta cosa sembra un particolare da poco, ma per esempio sul bagnato se uno si scorda che la frenata è invertita rischia di finire a terra senza troppe indecisioni.
  • La corona anteriore misura 42 denti e la ruota libera ben 22 e il tutto muove una ruota da 26". Ci troviamo di fronte ad uno sviluppo metrico degno di una mountain bike single speed adatta ad affrontare salite su sterrato, ma non certo il territorio asfaltato e quasi completamente pianeggiante di Torino. Proprio non capisco che senso abbia montare un rapportino così corto.
  • La sella è attaccata al telaio con un bel quick release che però è bloccato in posizion media... quindi le persone alte o quelle molto basse avranno serie difficoltà a pedalare su un affare del genere. Capisco che una sella bloccata col solo quick release sia facile preda per ladri e vandali, ma sarebbe stato più pratico trovare qualche sistema alternativo per permettere la regolazione impedendo comunque il furto.
  • La forcella ammortizzata in città non serve a niente, soprattutto se di bassa qualità: pesa e basta. Molto meglio delle ruote raggiate con un alto numero di incroci.
  • Chi ha avuto l'idea di lasciare queste bici esposte alle intemperie è stato veramente un genio: le parti non verniciate si sono ovviamente arrugginite. La trasmissione è la prima a soffrirne, ma probabilmente anche serie sterzo e cablaggi subiranno la stessa inevitabile ossidazione.
  • Il servizio è attivo dalle 6 del mattino fino a mezzanotte... Ma perché? Che senso ha che se uno vuole uscire a bersi una birra con la bici sia costretto a fare orari da cenerentola?

Mi spiace essere così brusco nei giudizi, ma un sistema di bike sharing come questo fa proprio schifo e non mi stupirei se nessuno ne usufruisse. Le bici sono approssimative e lasciate per strada a marcire. Non è così che si incentiva la mobilità ciclabile. Penso che chi ha avuto la brillante idea di gestire questo servizio in modo così scadente siano le stesse persone che progettano le piste ciclabili torinesi che sembrano fatte apposta per farsi male. Ma sicuramente i responsabili di questi scempi non hanno la minima idea di cosa voglia dire girare in bici in città, probabilmente perché l'ultima volta che hanno vista una bici è stato in terza elementare.

Se riesco mi piacerebbe provare a fare un giro su uno di questi mezzi per testare il servizio non solo dal punto di vista statico.

8 commenti:

Danx ha detto...

Metti una mappa!

Terza elementare perchè poi papi gli ha comprato una minimoto? eheh

Danx ha detto...

Al gestore andranno anche gli introiti del servizio. I costi per l’utente che vorrà avvalersi del bike sharing (fissati per i primi 2 anni di esercizio) saranno di 20 euro per l’abbonamento annuo, 5 per settimanale, 2 per il giornaliero.

La prima mezz’ora di utilizzo delle due ruote sarà gratuita, con la mezz’ora successiva a 80 centesimi (per i titolari di abbonamento annuo, 1 euro per gli altri abbonati), l’ulteriore mezz’ora successiva a 1,50 euro, mezz’ore ulteriori a 2 euro l’una (sempre per i possessori di abbonamento annuale: 2 e 3 euro per i detentori di abbonamenti settimanali o giornalieri).

Enrico ha detto...

Grazie Danx per le informazioni. Ricordo però che ai prezzi che hai scritto si devono aggiungere 5 euro per il ritiro della chiave, o almeno è quello che c'è scritto sui cartelli nei parcheggi.

Danx ha detto...

Ieri ho visto un documentario di un tipo che gira il mondo cambiando spesso mezzo di locomozione.
A Parigi ha preso le bici in affitto del Comune...andava veloce...sembravano leggere!
Dovremmo andare a farci un giretto, che ne dici??? Non ci sono mai stato.

Champi ha detto...

A casa mia a Lione sono stati i primi a fare bike sharing come quelle che hai visto di parigi (i Velo'v a Lione, Velib' a Parigi)... E si vede che le hanno progettate in modo molto migliore! Sono un po pesanti pero hanno 3 rapporti, sono presochè indistruttibili, la sella è regolabile, le puoi usare sempre e l'abbonamento settimanale costa 3€ (1€ il giornaliero, 15€ l'annuale, gratis se hai la tessera del Pulmann)... Inoltre visto il numero elevato di stazioni velo'v sparse per la cità è facile non superare la mezz'ora gratis (la bici fischia pure per avvertirti che rimangono solo 5 minuti) prima di lasciare o di cambiare bici, e quindi non pagare quasi mai niente...

Clod ha detto...

Già, qui a Parigi i Velib funzionano abbastanza bene e visto il costo annuale di soli 30€ son convinto che sia utile anche se si ha già una propria bici (ad esempio la sera, o comunque quando non si è certi di far tutti gli spostamenti in bicicletta).

Del servizio di Torino mi stupisce il fatto che non si parli mai di una cauzione da lasciare come garanzia nel caso non si riporti la bici... mi sembra un fattore fondamentale!!

Poi è un gran peccato che ci siano ste pecche, sulla regolazione della sella, il rapporto corto e la scarsa resistenza alla pioggia. Fossero i pionieri mondiali del servizio ok, ma siccome così non è avrebbero dovuto imparare dalle esperienza altrui!


Ps. sarò franco: non mi garba molto il titolo di questo blog, ma tutto sommato ha post interessanti, quindi credo ci tornerò. ;)

ciao

Enrico ha detto...

Caro Clod, questo post risale a più di un anno fa e si riferisce al servizio proposto dalla seconda circoscrizione e che oggettivamente era un po' misero. Quello che è nato quest'anno su scala cittadina sembra molto più avanzato, ma non l'ho ancora analizzato. Per ora ho solo dato uno sguardo veloce alle bici parcheggiate e devo dire che, rispetto a queste, hanno risolto il problema della regolazione della sella lasciando il quick release, ma inserendo qualche tipo di fermo nascosto. Poi c'è anche un bell'impianto luci alimentato dall'alternatore presente nel mozzo anteriore. Insomma, sembrano fatte bene.

Il titolo del blog non ha nessuna velleità provocatoria. Semplice lode alle single speed che mi affascinano moltissimo, pur possedendo ben 3 bici col cambio.

Clod ha detto...

Ooops, chiedo venia, non ho prestato troppo attenzione alla data!

Comunque nel realizzare il nuovo progetto spero davvero che abbiano curato la realizzazione delle bici e previsto numerose stazioni, in modo che il servizio prenda piede.

Sul lato economico, spero invece che non si illudano di essere in attivo: leggevo su un quotidiano che qui il bilancio della società che gestisce i Vélib è costantemente in rosso, in gran parte a causa degli atti di vandalismo e dei ladri. E si continua a pedalare su quelle bici solo grazie al denaro che passa il comune e la regione. :/