Le bici a scatto fisso (dette anche fisse) sono biciclette dove non è presente il meccanismo della ruota libera e quindi possono essere controllate sia in accelarazione che in decelerazione con la sola forza delle gambe. Questa caratteristica fa sì che sia possibile non montare nessun freno mantenendo la possibilità di fermarsi. Tutto molto semplice, efficiente, diretto, zen ed esteticamente pulito. Se ci si vuole fermare si da un leggero colpetto in avanti col bacino, si spinge sul pedale che sta dietro e si tira col pedale avanti, grazie alla tenuta su un cinghietto legato tra pedale e puntapiedi. Con questa manovra si riesce a trasmettere alla ruota posteriore una coppia sufficiente persino a bloccarla su asfalto asciutto, quindi un'efficacia del tutto paragonabile a quella di un buon freno tradizionale se chi la effettua sa li fatto suo.
Considerando quindi che in città il miglior modo - o forse l'unico modo - per evitare di farsi male è saper prevenire le situazioni di pericolo piuttosto che disporre di un impianto frenante in grado di garantire staccate da formula 1, si potrebbe affermare senza troppe preoccupazioni che una bici fissa senza freni sia adatta per muoversi in ambiente urbano.
Ci sono però 2 elementi che mi fanno sconsigliare caldamente a chiunque di girare brakeless: uno di carattere tecnico e l'altro legale.
L'aspetto tecnico è molto semplice: un buon impianto frenante deve essere sdoppiato affinché se una parte smette di funzionare si può ancora contare su un'altra parte sana per arrestare la nostra (folle) corsa. Ma se l'impianto frenante è costituito dalla sola trasmissione come pensiamo di fermarci se per esempio, si smaglia la catena, si strappa un cinghietto o si sfiletta il mozzo? Be', io non vorrei mai trovarmi in una di queste situazioni senza un freno d'emergenza su cui contare. Non voglio inventarmi improbabili manovre acrobatiche per salvarmi la vita quando devo già fare attenzione a non infilare la ruota nei binari del tram o alle madame rimbecillite che escono dai parcheggi con delle auto rubate alla guerra in Iraq senza guardare se sta passando qualcuno.
L'aspetto legale è altrettanto semplice: il codice della strada recita che le biciclette devono essere equipaggiate di un freno indipendente per ogni asse. È quindi chiaro che se già le fisse con un solo freno sono al limite della legalità, quelle brakeless sono fuori di brutto. E la cosa è grave non tanto per il rischio di prendersi una multa ma perché in caso di incidente, anche con piena ragione, la controparte potrebbe obiettare che lo schianto è avvenuto a causa della mancanza dei freni sulla bicicletta coinvolta e con ogni probabilità il ciclista fisso si troverà con la bici a pezzi, qualche livido (se va bene) e nemmeno un euro di risarcimento. Insomma cornuto e mazziato. Ne vale la pena?
C'è ancora il fattore peso. Un impianto composto di leva, cavo, guaina, eventuale viteria, pinza e pattini come il vecchio u-brake da strada che c'è in foto supera di poco i 300 grammi, cioè un valore ampiamente sostenibile se consideriamo che permette di fermarsi con la semplice pressione di 2 dita e di evitare fastidiose rogne in caso di crash.
P.S.
Questi sono solo consigli dettati dalla mia esperienza di ciclista urbano che ha voluto provare anche il brakeless, ma si è trovato a fidarsi ad usarlo solo per uscire la sera o la domenica quando il traffico è meno impestato con l'ovvia conseguenza di fare dietro front. L'unica situazione in cui tutto sommato si può fare a meno del freno è quando c'è neve sulle strade, ma ne parlerò in un altro post.
Considerando quindi che in città il miglior modo - o forse l'unico modo - per evitare di farsi male è saper prevenire le situazioni di pericolo piuttosto che disporre di un impianto frenante in grado di garantire staccate da formula 1, si potrebbe affermare senza troppe preoccupazioni che una bici fissa senza freni sia adatta per muoversi in ambiente urbano.
Ci sono però 2 elementi che mi fanno sconsigliare caldamente a chiunque di girare brakeless: uno di carattere tecnico e l'altro legale.
L'aspetto tecnico è molto semplice: un buon impianto frenante deve essere sdoppiato affinché se una parte smette di funzionare si può ancora contare su un'altra parte sana per arrestare la nostra (folle) corsa. Ma se l'impianto frenante è costituito dalla sola trasmissione come pensiamo di fermarci se per esempio, si smaglia la catena, si strappa un cinghietto o si sfiletta il mozzo? Be', io non vorrei mai trovarmi in una di queste situazioni senza un freno d'emergenza su cui contare. Non voglio inventarmi improbabili manovre acrobatiche per salvarmi la vita quando devo già fare attenzione a non infilare la ruota nei binari del tram o alle madame rimbecillite che escono dai parcheggi con delle auto rubate alla guerra in Iraq senza guardare se sta passando qualcuno.
L'aspetto legale è altrettanto semplice: il codice della strada recita che le biciclette devono essere equipaggiate di un freno indipendente per ogni asse. È quindi chiaro che se già le fisse con un solo freno sono al limite della legalità, quelle brakeless sono fuori di brutto. E la cosa è grave non tanto per il rischio di prendersi una multa ma perché in caso di incidente, anche con piena ragione, la controparte potrebbe obiettare che lo schianto è avvenuto a causa della mancanza dei freni sulla bicicletta coinvolta e con ogni probabilità il ciclista fisso si troverà con la bici a pezzi, qualche livido (se va bene) e nemmeno un euro di risarcimento. Insomma cornuto e mazziato. Ne vale la pena?
C'è ancora il fattore peso. Un impianto composto di leva, cavo, guaina, eventuale viteria, pinza e pattini come il vecchio u-brake da strada che c'è in foto supera di poco i 300 grammi, cioè un valore ampiamente sostenibile se consideriamo che permette di fermarsi con la semplice pressione di 2 dita e di evitare fastidiose rogne in caso di crash.
P.S.
Questi sono solo consigli dettati dalla mia esperienza di ciclista urbano che ha voluto provare anche il brakeless, ma si è trovato a fidarsi ad usarlo solo per uscire la sera o la domenica quando il traffico è meno impestato con l'ovvia conseguenza di fare dietro front. L'unica situazione in cui tutto sommato si può fare a meno del freno è quando c'è neve sulle strade, ma ne parlerò in un altro post.
2 commenti:
Considerazioni molto interessanti.
Dovresti scrivere per un magazine!
Parere mio personale: le bici fisse non hanno un senso se non in pista e vorrei anche motivare il perchè. Partendo dall'aspetto legale, il minore sotto certi punti di vista, non è possibile usare un velocipede (o bicicletta che dir si voglia) senza che la stessa abbia un freno indipendente per asse (ergo due freni che non siano, e parlo del posteriore, un metodo frenante derivato dall'azione sul gruppo trasmissione, altrimenti sarebbe come girare in auto senza freni ed affidarsi al solo freno motore, per logica diretta). Un'altro è di carattere economico, ovvero sia, costa meno sostituire 4 ceppi (e parlo di freni non a disco) frenanti che sostituire un pneumatico, tenuto in considerazione che i ceppi hanno una mescola particolare che li rendono più duraturi oltre al fatto che gli stessi hanno solo la funzione di materiale d'attrito per la frenata, cosa che non si può dire dei copertoni che hanno la primaria funzione di tenere la bici adesa all'asfalto. Passiamo ora al lato tecnico della questione: agendo sui freni convenzionali (ovvero due leve al manubrio, qualunque sia la loro forma e posizione sullo stesso) cosa succede ? Accade che, innanzitutto si compie un azione che per il 99% dei ciclisti viene naturale quando si vuole frenare o decellerare, ovvero appunto si cercano le leve e comunque si stringe il manubrio; poi succede che a livello di frenata la stessa non si ripercuote negativamente sulle articolazioni delle gambe del ciclista (ginocchio in primis) come invece succede per la skiddata, permettendo allo stesso di poter eventualmente poggiare i piedi per terra e quindi scongiurare un'eventuale caduta (telaio ed altezza sella permettendo s'intende). Inoltre il busto del ciclista e la posizione sulla sella rimane neutra e non si sbilancia in modo innaturale in avanti. Teniamo pure in considerazione il fatto che avere due freni che ripartiscono la frenata sull'avantreno e sul retrotreno rende appunto la frenata stessa più equilibrata ed efficace (e guarda caso nelle auto e moto i dischio più grandi son davanti e non dietro dove l'azione frenante è meno importante). Chi contesta questo temo sia, senza offesa, un fanatico delle fisse che vede in ogni opinione contraria un punto sul quale polemizzare. Non voglio mettere le mani avanti ma credo che sostenere, dopo la mia disamina, che le bici fisse siano adatte addirittura all'ambiente urbano solo perchè in situazione di emergenza è comunque preferibile evitare l'ostacolo sia come minimo illogico e faccia capire come facilmente si smetta di pensare quando ci vengono toccate le nostre passioni. Capisco che la bici stessa ne guadagni in estetica e design ma credo che la sicurezza, quella vera, sia imprescindibile dall'utilizzo dei freni quantomeno su strade aperte al traffico. Saluti....
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