lunedì 27 gennaio 2014

Perché non gioco più a polo

Cos'era il polo qualche anno fa quando scoppiò la moda dello scatto fisso? Succedeva che le sere che si andavano a fare le scorribande per la città con le nostre belle bici a scatto fisso tra una birretta e l'altra si tiravano fuori le mazze, 4 birilli per fare le porte e ci si divertiva a dare 2 colpi a una pallina di gomma. Il tutto si faceva con le stesse bici che si usavano per girare in città, magari non le più bling bling perché c'era il rischio di rovinare qualche pezzo. Il livello di gioco era basso, ma ci si divertiva. Poi, come tutte le cose, sono arrivati i fenomeni che dovevano alzare il livello della competizione e hanno introdotto nella scena le biciclettine carro armato, le finte lenticolari per proteggere i raggi, i rapportini ridicoli, gli schinieri e i caschi integrali. Risultato? Giocare con una bici normale insieme a cavallieri medievali vestiti di tutto punto equivaleva nella migliore delle ipotesi a non essere competitivi o, nella peggiore, a farsi male o spaccare la bici. A questo aggiungo anche che una bicicletta concepita per il polo su strada non è utilizzabile e obbliga a coprire lo spostamento casa-campo da polo con un'automobile mandando all'aria uno degli aspetti più divertenti del ciclismo: gli allenamenti iniziano appena si scende in strada e terminano quando si torna a casa, tutto senza usare altri mezzi di trasporto. Io sono dell'idea che se devo conciamri come mazinga zeta e prendere la macchina, tanto vale andare in bike park a fare free ride che mi diverto di più.
La mia mazza da polo è appesa in garage da anni a prendere polvere e per ora mi va bene così.

1 commento:

Phabio ha detto...

Ueeeeeeeh, ragazzo!
Ma anche nel mondo normale c'è la NBA e i tiri al campetto con gli amici, no?
Bless ;)